giovedì 13 febbraio 2025

La Trota Bianca

“C’era una volta una bellissima dama che viveva vicino al lago, era promessa sposa al figlio di un re e presto si sarebbero sposati; ma lui fu ucciso e gettato nel lago. Lei divenne così triste che perse la ragione e scomparve dopo di lui. Si diceva che le fate l’avessero portata via. In quei giorni una trota bianca venne vista per la prima volta nel lago e coloro che abitavano nelle sue vicinanze non sapevano cosa pensare di questa creatura così bianca. Anno dopo anno, la trota continuò a essere scorta nel lago e la gente cominciò a pensare che dovesse essere una fata, così non la catturarono mai.

Un giorno alcuni soldati arrivarono in quella terra e risero degli abitanti del villaggio che credevano che la trota bianca fosse una fata; uno di loro decise di catturarla e cucinarla in una padella. Quando mise la trota nella padella, questa urlò come una creatura umana, ma lui ignorò le urla e la rigirò dall’altro lato per friggerla meglio. Continuò a farlo diverse volte, ma non vi era segno che la trota iniziasse a cuocere. Questo furfante disse: “Mia allegra trotina, forse sei abbastanza fritta e sei migliore di quanto sembri”, e infilò il coltello nel pesce. Di nuovo la trota urlò ma questa volta saltò fuori dalla padella e finì sul pavimento.

Improvvisamente apparve una bellissima dama, era vestita di bianco e oro e il suo braccio sanguinava. “Guarda dove mi hai tagliato, furfante!” disse, mostrandogli il braccio, “Non potevi lasciarmi fresca e comoda nel lago e non disturbarmi nel mio compito?”. Il soldato era terrorizzato e tremava tutto come un cane in un sacco bagnato, implorò per la sua vita e chiese perdono alla signora. La dama disse: “Ero intenta nel mio compito, in attesa del mio vero amore, e se giungerà mentre sono via ti trasformerò in un pesciolino e ti darò la caccia su e giù finché non smetterà di crescere l’erba e di scorrere l’acqua!”. Il soldato implorò la sua pietà e così la dama disse: “Rinuncia alla tua vita malvagia, sii un brav’uomo d’ora in poi, vai a confessarti e ora riportami indietro e rimettimi di nuovo nel lago, dove mi hai trovato”.

La dama scomparve e al suo posto il soldato vide dimenarsi la piccola trota, la mise in un piatto pulito e corse via verso il lago. La gettò nel lago e per un poco l’acqua divenne rossa come il sangue, e ancora oggi è rimasto un piccolo segno rosso sul fianco delle trote, dove la trota bianca era stata tagliata.

Il soldato divenne un brav’uomo, fece digiuno tre volte a settimana e alla fine divenne un eremita, e si dice che non smise mai di pregare per l’anima della trota bianca.”

***

La versione originale della leggenda irlandese della Trota Bianca, proveniente da Cong – in gaelico Cunga Feichin – nella contea di Mayo, venne raccolta da Samuel Lover dalle donne che abitano in quella zona, e inclusa da William Butler Yeats nella sua collezione Fairy and Folk Tales of the Irish Paesantry, nel 1888. Una versione tradotta in italiano si trova in William Butler Yeats, Fiabe irlandesi, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, 1994, pagg. 52-54.

La versione ridotta ed essenziale qui tradotta – priva delle numerose esclamazioni e invocazioni a Dio di Samuel Lover – è tratta e liberamente tradotta dal sito Mayo - Ireland. Traduzione italiana di Laura Rimola.

L’illustrazione de La Trota Bianca dell’artista P.J. Lynch è l’immagine scelta per la copertina di questa pagina.

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