mercoledì 13 agosto 2025

La Fata del Destino della tradizione siciliana. La Mammadraga

È conosciuta a molte la figura della misteriosa Madama Holle, o Frau Holle, la versione fiabesca della divinità del destino che nel mito era conosciuta come Holda, Berchta e in genere, come la Fata, filatrice del fato ed elargitrice di fortuna o sfortuna a seconda dei meriti di coloro che a lei erano sottoposte. La si conosce in molteplici forme, in molte fiabe diverse, talvolta è una vecchina, talaltra una inquietante strega o una bella fata, certe volte è addirittura una regina gatta, ma una delle sue apparizioni più curiose e forse meno conosciute è quella presente nella tradizione fiabesca siciliana. Nella portentosa opera di Giuseppe Pitrè, infatti, esiste in particolare una versione della fiaba nella quale la signora del destino ha sembianze molto particolari. Lei è infatti la Mammadraga, una draghessa che compare più volte nelle fiabe siciliane e che è sia una terribile divoratrice, sia una benefica e materna madrina.
Questa è la trascrizione tradotta in italiano della fiaba raccolta da Pitrè, che la pubblicò insieme alle molte altre in siciliano, come lui era solito scrivere.

venerdì 1 agosto 2025

Verso la Luna e Giochi col Sole

La giovane donna si era da poco seduta nel suo posto preferito e aveva alzato gli occhi al cielo. Il dolore le attanagliava il cuore e il corpo, e non riusciva a darsi pace. Fu allora che i suoi occhi incontrarono lei, una falce di luna, chiara, quasi invisibile nel cielo ancora illuminato dalle ultime luci del tramonto. La luna. Le era stata profondamente legata per tanto tempo, ma poi le aveva voltato le spalle. Del resto, era solo un satellite che ruotava attorno alla terra, nulla di più.
Eppure quella sera aveva sentito un immediato e istintivo contatto con lei, o con quello che forse, in una dimensione invisibile, lei rappresentava.
Siamo solo tu e io, sembrava le sussurrasse. Io sono sempre stata qui, e sempre resterò.
La giovane chiuse gli occhi e immaginò che una parte di lei, come una stellina luminosa o una lucina fluttuante, uscisse dal suo corpo e volasse verso quella falce sempre più lucente nelle ombre del crepuscolo. Volava nel cielo, senza più alcun dolore, ricordando e riconoscendo se stessa, la sua luce, la sua gioia.